"Tenetevi i vostri giudizi borghesi, tenetevi i vostri articoli di giornali, tenetevi i vostri moralismi, tenetevi i vostri occhi in divisa, tenetevi i vostri soldi, tenetevi le vostre banche... Noi ci teniamo i nostri sogni!" A te Elio. I tuoi amici, i tuoi camerati, la tua gente. e da stanotte, a via Newton, fiori e saluti per Kapplerino... "Ed ora eccovi tutti insieme di nuovo, Elio, Michelino, Luca... leoni di questa città troppo spesso sorda e sorniona. Voi, sempre pronti a ruggire, spesso vittime di cacciatori infami, ma mai domi e sempre pronti a fare un passo avanti... Ora, dopo gioie e dolori, lacrime e sorrisi, vittorie e sconfitte, vi vedo correre spalla a spalla, come sempre, in quell'angolo di cielo dedicato agli eroi ed ai combattenti.

Anche se tutti... noi no."

domenica



Come ogni anno ci vedremo alle 16,30 al Verano.
Come ogni anno ti ricorderemo e renderemo immortale
il tuo nome, le tue gesta, la tua anima.
Come ogni anno insieme a Marco, Giorgio e Giovanni
rose rosse e ricordi segneranno questa data.
Questo 23 giugno di "noi, felici pochi noi, manipolo di fratelli".
D'altronde sei uno dei "morti scomodi".
Azione Giovani non ti ha messo nel suo Pantheon,
troppo ingombrante per i missini, imbarazzante per riciclati e riabilitati.
Troppo bello per le loro squallide vite.

Sull’onda dell’antifascismo militante, gli anni 1970 e 1980 furono caratterizzati da innumerevoli attacchi e devastazioni alle sedi missine ma soprattutto l’uccisione di decine e decine di militanti su tutto il territorio nazionale. Molti giovani furono costretti a reagire, avvicinandosi non solo al Msi, quale forza politica ufficiale, ma anche a gruppi extraparlamentari. Tra questi Elio di Scala. Viveva a Roma in via Porta San Paolo nel quartiere Parioli insieme alla madre e alle sorelle. Era un ragazzo molto riservato ed educato, piccolo di statura ma molto determinato. Appena sedicenne iniziò a frequentare assiduamente la sede del Fuan, organizzazione universitaria legata al Msi, e successivamente si avvicinò ai Nuclei Armati Rivoluzionari, in via Siena. Soprannominato “Klepperino” per il suo coraggio e per la sua grande abilità nell’uso delle armi, fu arresto più volte dalla polizia e rinchiuso anche nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino per aver partecipato a due rapine: la prima nel 1980 e la seconda nel 1990. La terza rapina purtroppo gli fu fatale. Per autofinanziare l’organizzazione, fu deciso di assaltare la Banca Commerciale Italiana (Comit) in via Isacco Newton nel quartiere Portuense. Erano le 15:35 del 23 giugno 1994, pochi minuti dalla chiusura, quando, alcuni uomini armati di pistola, entrarono in azione. Mentre veniva prelevato il danaro dalle casse, una guardia giurata, Alfonso Tortorella, addetto la sicurezza della filiale, bloccava l’uscita riparandosi all’ interno della guardiola blindata. Nacque un furibondo conflitto a fuoco. Sul selciato caddero due uomini. La guardia giurata Tortorella, 49 anni, e Elio Di Scala 31 anni, raggiunto alla testa da un proiettile, morendo sul colpo. Ancora vivo, ma ferito gravemente un altro uomo, Fabio Gaudenzi, 22 anni, già noto alle forze dell’ordine, legato al “Movimento Politico Occidentale”. La notte successiva, in via Newton, furono deposti un mazzo di fiori e un biglietto con la scritta: “Muore un camerata, ne nascono altri cento. Elio Di Scala Presente”. Solo nel 2003, in seguito al rinvenimento in una cantina di via Nomentana civico 859 di un arsenale e documenti processuali relativo alla rapina, il Nucleo Operativo dei Carabinieri, fu in grado di individuare gli altri complici. Si trattava di Giovanni Marion e Andrea Rufino, quest’ultimo considerato il basista.

Sono le 15.35 del 23 giugno ’94 quando in via Isacco Newton, nel quartiere Portuense, cinque uomini, a pochi minuti dalla chiusura, entrano in azione in una agenzia della Banca Commerciale Italiana (COMIT), quattro sono entrati con le pistole in pugno, mentre il quinto è rimasto fuori, preso quanto c’era in cassa, trovano l’uscita sbrancata dall’incoscienza della guardia giurata, Alfonzo Tortorella, di 49 anni, che chiuso nella guardiola blindata si sente al sicuro, i quattro lo invitano ad aprire, al rifiuto, cominciano a sparare contro la guardiola, Tortorella, postosi in difesa delle banche usuraie, viene colpito a morte, nello scontro a fuoco viene colpito alla testa Elio Di Scala, 31 anni, capo del gruppo, che morirà sul colpo. 
Elio, negli anni 70 – 80, è uno dei tanti giovani che vivono la contrapposizione politica da eroe, con la sua attività garantisce quella libertà che il regime demo-capitalista intende togliere ai fascisti. Non accetta di subire in silenzio i continui attacchi sferrati dai servi del capitalismo che in nome dell’antifascismo devastano le sedi dei fascisti, portando in quelle sedi anche la morte, ritenne giusto reagire, muovendosi nell’entourage extraparlamentare con grande determinazione. 
Un giovane che, forse, non è al livello cultura dei “capi”, che però ammiravano il suo coraggio.
Un fascista di razza a cui affibbiarono il soprannome “Kapplerino”, per la decisione dimostrata nelle azioni e per la sua grande abilità nell’uso delle armi. 
Elio, diceva, quando si entra in questo circuito qualcosa ti cambia, nella testa: ti consideri allo stesso tempo un militante politico, un soldato, un combattente che vuole contribuire a cambiare il mondo, cercando risposte più profonde.
Elio Di Scala, è piccolo ma determinato, un ragazzo molto riservato e ben educato, abita a Roma, a Porta San Paolo (Parioli), con la madre e le sorelle. 
Appena sedicenne si infiamma dell’ideale fascista, inizia a frequentare assiduamente via Pavia dove ha sede il Fuan, (organizzazione universitaria del Msi.), successivamente si avvicina ai Nuclei armati rivoluzionari (Nar) gruppo extraparlamentare. 
I magistrati antifascisti vollero umiliarlo non solo incarcerandolo più volte, ma anche rinchiudendolo nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino, metodo questo, utilizzato anche nell’ex Unione Sovietica (URSS), nei confronti dei promotori del dissenso a quel regime capitalista.





"Muore un camerata, ne nascono altri cento"
Un biglietto con questa dicitura e un mazzo di fiori sono stati ritrovati la mattina del 26 Giugno, davanti alla sede della Banca Commerciale di via Isacco Newton,  dove tre giorni fa persero la vita Elio Di Scala. Il biglietto si concludeva con lo slogan "Elio, presente". Sulla vicina edicola del giornalaio e' stata inoltre tracciata la scritta "Kapplerino vive" 



L' UNITA' 12 OTTOBRE 1993
L' UNITA' 24 GIUGNO 1994

L' UNITA' 24 GIUGNO 1994
L' UNITA' 24 GIUGNO 1994

 L' UNITA' 25 GIUGNO 1994
L' UNITA' 26 GIUGNO 1994

 L' UNITA' 19 LUGLIO 1994

PER NON SCORDARLI MAI !

ABATE ORESTE CILIVERGHE (BS) 01/10/1950 
ADOBATI PIETRO TRIESTE 05/11/1953
ALFANO BEPPE BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) 08/01/1993
ALIBRANDI ALESSANDRO ROMA 05/12/1981
ALIOTTI ANTONINO ROMA 20/02/1967
ALVAREZ ALESSANDRO MILANO 03/03/2000
ANSELMI FRANCESCO ROMA 06/05/1978
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CIAVATTA FRANCESCO ROMA 07/01/1978
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DI NELLA PAOLO ROMA 02/02/1983
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